Il capoluogo Vallo e le frazioni Massa, Angellara e Pattano si collocano ad un’altezza compresa tra 460 e 160 mt s.l.m. circa, in una vallata ai piedi dei versanti Nord-occidentali del Monte Gelbison, valle che è delimitata dai torrenti Badolato a Nord e Torna a Sud. Il nome originario del capoluogo era “Castrum Cornutum” e derivava con ogni probabilità da soldati romani veterani di Silla che sul loro elmo portavano un corno. L’attuale conformazione della città ha origine nel XVI sec. ma soltanto qualche secolo dopo ebbe un grande sviluppo economico grazie all’industria della seta, alle concerie e al mercato domenicale che attirava e attira tuttora tante persone provenienti da tutto il territorio cilentano. Antica cittadina posta ai piedi del Monte Gelbison o Monte Sacro, è il centro agricolo-commerciale più importante del Cilento interno
Tra i beni architettonici presenti nel territorio comunale vanno menzionati la Cattedrale di S. Pantaleone con la bellissima cupola in piastrelle maiolicate e all’interno un bellissimo organo del 1783 realizzato da Silverio Carelli, valevole organaro del posto la cui fama superò anche i confini regionali. La chiesa di S. Maria delle Grazie, posta al centro di Vallo conserva all’interno un meraviglioso polittico del 1530 di scuola raffaellesca. Sempre nel capoluogo merita una citazione la suggestiva piazza Vittorio Emanuele II, abbellita con un elegante porticato in stile dorico di fine XIX sec. nonché Piazza dei Martiri con i suoi giardini comunali, all’interno dei quali si trova la “Fontana dei Quattro Leoni”, una caratteristica fontana scolpita in pietra calcarea risalente al 1852. Nella frazione Massa merita una visita la sontuosa Chiesa di Maria SS. della Vittoria, fatta costruire nel 1588 dalla duchessa Colonna in onore della battaglia di Lepanto vinta dalla flotta cristiana su quella turco-ottomana: uno dei comandanti dei cristiani fu il fratello della duchessa. A Massa è presente anche un convento dei Cappuccini del 1500 con annessa chiesa della Madonna di Lourdes: qui la statua della Vergine è collocata all’interno di un caratteristico altare realizzato agli inizi del 1900 in pietra locale. Infine, all’interno del palazzo vescovile di Vallo della Lucania, va senz’altro citato il Museo Diocesano, dove sono conservati numerosi quadri e altre opere d’arte che negli anni passati si trovavano in varie chiese del Cilento versando in pessime condizioni. Queste opere sono state restaurate e messe a disposizione di tutti i visitatori.
Museo diocesano e sede vescovile
Indirizzo: Via Francesco Cammarota, 2
Cap: 84078
Comune: Vallo della Lucania
Provincia: Salerno
Telefono: 0974 75794
Fax: 0974 75794
e-mail: museo@diocesivallodellalucania.it
Sito web: http://www.diocesivallodellalucania.it/
Giorni di apertura: Lunedì,Martedì,Mercoledì,Giovedì,Venerdì,Sabato
Giorni di apertura (Altro): a richiesta in qualsiasi altro giorno
Giorni di apertura (Altro – Inglese): Monday, Tuesday, Wednesday, Thursday, Friday, Sabbat
Orario di apertura: Lunedì dalle 8,30 alle 13,00; Martedì dalle 8,30 alle 12,30; Mercoledì dalle 8,30 alle 12,30; Giovedì dalle 8,30 alle 12,30; Venerdì dalle 8,30 alle 12,30; Sabato dalle 8,30 alle 13,00.
Vallo è sede vescovile. Storia del Museo: Mons. Biagio D’Agostino, vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania dal 1956 al 1974, mostrò un grande interesse per le opere d’arte. Da qui l’esigenza di realizzare un Museo diocesano. L’8 dicembre del 1978, Mons. Giuseppe Casale, vescovo di Vallo della Lucania dal 1974 al 1989, decreta l’erezione del Museo e Pinacoteca Diocesani. Ciò fu realizzato grazie all’opera congiunta della Diocesi e della Soprintendenza BAAAS di Salerno ed Avellino. Il Museo sorse così con lo scopo di “ospitare” le opere d’arte solo per il tempo utile a rendere sicura l’antica collocazione. Mons. Giuseppe Rocco Favale, vescovo di Vallo della Lucania dal 1989 al 2011, realizzò gli impianti di climatizzazione e antifurto, il laboratorio di restauro e l’ascensore oltre all’allestimento della sala espositiva S. Pantaleone, destinata a promuovere ed esporre le opere d’arte di recente fattura.
La badia di Pattano e i suoi tesori
Per info e visite www.badiadipattano.org
La prima data certa relativa al Monastero è il 993 d. c., anno in cui l’hegumeno Cosma presiede in una locale disputa tra un vicino monastero ed un proprietario terriero. L’importanza attribuita all’hegumeno di Pattano tradisce l’importanza del monastero stesso, che fa pensare che il complesso esistesse in zona già da molti anni. Situato in un crocevia di connessioni tra il centro Italia e le regioni meridionali, la Badia prosperò per secoli, dotandosi di un ricco patrimonio culturale del quale ancora oggi sono visibili tracce nei magnifici affreschi. La Badia appare al visitatore come una sorta di masseria fortificata, cinta da mura che delimitano non solo l’insieme dei corpi di fabbrica ma anche una vasta area agricola destinata alla coltivazione ed ai lavori rustici, oggi in gran parte piantata ad agrumi. A dispetto del carattere rustico, il complesso accoglie importanti testimonianze storiche, archeologiche, architettoniche ed artistiche che, unicamente al fascino un po’ decadente, ne fanno un episodio di grande valore culturale e suggestive bellezza. L’ampio complesso monumentale comprende la Chiesa di Santa Maria, il cui primo impianto bizantino e’ databile al X-XI secolo; la coeva torre campanaria, tra le più interessanti ed originali dell’Italia Meridionale; la preziosa chiesa di San Filadelfo, ricca di affreschi bizantini del X e XI secolo; le fabbriche del cenobio antico, con un cortile aperto ed un rustico chiostrino di impronta greca.
Nei pressi di Pattano, inoltre, si trova un cenobio costruito dai Monaci Basiliani intorno al 990, che assunse una grossa importanza su tutto il territorio. Del cenobio fanno parte la chiesa abbaziale di S. Maria, di cui si conservano solo le mura perimetrali, il campanile realizzato con elementi decorativi in mattoni tipici dell’arte bizantina e la cappella di S. Filadelfo con all’interno affreschi del X sec. in perfetto stile bizantino.